Manuale di grammatica

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IL SOSTANTIVO

I sostantivi possono essere di genere maschile o femminile.

Esempi:

  • Maschile: bambino, uomo, telefono, maestro, cane
  • Femminile: bambina, donna, casa, maestra, cagna

Formazione del Plurale

Se un sostantivo termina in ‘-o’ e in ‘–e’, il plurale si forma aggiungendo una ‘–i’. Se un sostantivo termina in ‘-a’ il plurale si forma aggiungendo una ‘–e’.

Esempi:

  • Maschile: bambini, uomini, telefoni, maestri, cani
  • Femminile: bambine, donne, case, maestre, cagne

Eccezioni: alcuni sostantivi maschili hanno il plurale in ‘–a’.

Esempi:

  • il ditole dita
  • il ginocchiole ginocchia
  • il paiole paia
  • l’uovole uova

NOTA BENE: tutti i nomi che terminano con una consonante o sono di origine straniera sono invariabili.

Esempi:

  • il caffèi caffè
  • il menùi menù
  • la fotole foto

I nomi in ‘–ca’/‘-ga’ hanno il plurale in ‘–che’/‘-ghe’.

Esempi:

  • l’amica – le amiche
  • la stregale streghe

I nomi in ‘-co’/‘-go’ hanno il plurale in ‘–chi’/‘-ghi’, se hanno l’accento sulla penultima sillaba.

Esempi:

  • il tedescoi tedeschi
  • l’albergogli alberghi

I nomi in ‘-cia’/‘-gia’ hanno il plurale in ‘–ce’/‘-ge’:

Esempi:

  • la manciale mance
  • la spiaggiale spiagge

I nomi in ‘-io’ hanno il plurale in ‘–i’.

Esempi:

  • il negozioi negozi
  • il viaggioi viaggi

Gli Articoli

Gli articoli determinativi maschili sono:

Singolareil / lo / l’
Pluralei / gli

Esempi:

  • il bambino, i bambini
  • l’uomo, gli uomini
  • il telefono, i telefoni
  • il maestro, i maestri

Gli articoli determinativi femminili sono:

Singolarela / l’
Pluralele

Esempi:

  • la bambinale bambine
  • la donnale donne
  • la casale case
  • la maestrale maestre

NOTA BENE: gli articoli determinativi il / la si trasformano in l’ davanti ai nomi che iniziano per vocale.

Esempi:

  • l’amica
  • l’amico
  • l’ape
  • l’oca
  • l’arancio

NOTA BENE: il/l’ si trasformano in lo davanti ai nomi che iniziano per S + CONSONANTE e Z, PS, GN, X.

Esempi:

  • lo studente
  • lo zoccolo
  • lo psicologo
  • lo gnocco
  • lo xilofono

Il Genere dei Sostantivi

I sostantivi che terminano in ‘–o’ sono quasi sempre maschili: il cappello; il libro; il pesce; il nome; il bambino; l’uomo; il telefono; il giornale; il denaro; l’edificio; il maestro; il cappotto; l’esempio; l’amico

Eccezioni: la mano; la foto; la moto; la radio; l’auto; la iro

I sostantivi che terminano con una consonante sono maschili, soprattutto se sono parole di origine straniera: il bar; il film; il camion; il computer; lo sport; il gas

I sostantivi che terminano in ‘–ma’ sono maschili: il problema; il programma; il diploma; il tema; il cinema; il sistema; il clima

Di solito sono maschili i sostantivi che terminano in ‘–ore’; ‘-one’; ‘-ale’; ‘-ile’: il fiore; il sapone; il giornale; il fucile

I nomi dei mesi e dei giorni della settimana sono maschili, tranne la domenica.

I sostantivi che terminano in ‘–a’ sono quasi sempre femminili: la bambina; la casa; la sorella; la vicina; la rivista; la pelliccia; la frutta; la finestra; la porta; la taza; la forchetta; la strada; la ragazza; la metropolitana

Eccezioni: il pilota; il poeta

I sostantivi che terminano in ‘–tà’ e ‘–tù’ sono femminili: La libertà; la gioventù

I sostantivi che terminano in ‘–i’; ‘-ione’; ‘-ie’; ‘-ice’ sono femminili: la crisi; l’analisi; la lezione; la serie; la lavatrice; la traduttrice

I sostantivi che terminano in ‘–e’, in ‘–ista’ e in ‘-ante’ possono essere sia maschili che femminili.

NOTA BENE: alcuni nomi comuni di persona che terminano al maschile in ‘–e’ formano il femminile in ‘–essa’; i sostantivi in ‘–tore’ formano il femminile in ‘-trice’:

  • lo studentela studentessa
  • il dottorela dottoressa
  • il traduttorela traduttrice

In altri casi invece esiste una sola forma per maschile e femminile:

  • il collegala collega
  • il turistala turista
  • il francesela francese
  • il clientela cliente

In genere, per fare riferimento ad una coppia, o ad un gruppo di persone costituito da uomini e donne, si tende ad utilizzare la forma plurale maschile. Per esempio:

  • il re e la reginai re
  • il nonno e la nonnai nonni
  • la zia e lo ziogli zii
  • due bambini e otto bambinedieci bambini

L’AGGETTIVO

L’aggettivo concorda con il sostantivo nel genere e nel numero. L’aggettivo può essere prima o dopo il sostantivo. Va dopo se è più lungo del sostantivo.

Forma maschile singolare:

  • un bambino simpatico
  • un uomo ricco
  • l’autobus blu
  • un libro vecchio
  • il ristorante nuovo
  • un político nazionalista

Forma femminile singolare:

  • una bambina simpatica
  • una donna ricca
  • una cartella nuova
  • la casa rossa
  • un’amica sincera
  • la città tranquilla

Forma parzialmente invariabile singolare:

  • un libro interessante
  • una lezione coinvolgente
  • la colazione abbondante
  • la signora gentile

NOTA BENE: gli aggettivi ‘bello’ e ‘quello’, prima del sostantivo seguono la regola dell’articolo determinativo.

L’aggettivo buono invece segue la regola dell’articolo indeterminativo.

  • le belle ragazze
  • quell’amica
  • un buono studente

Il plurale si costruisce seguendo le stesse regole dei sostantivi:

Forma maschile plurale:

  • i bambini simpatici
  • gli uomini ricchi
  • gli autobus rossi
  • i libri vecchi
  • i ristoranti nuovi
  • dei politici nazionalisti

Forma femminile plurale:

  • delle bambine simpatiche
  • le donne ricche
  • delle cartelle nuove
  • le case rosse
  • delle amiche sincere
  • le città tranquille

Forma parzialmente invariabile plurale:

  • dei libri interessanti
  • delle lezioni coinvolgenti
  • delle colazioni abbondanti
  • le signore gentili

Gli aggettivi di nazionalità seguono regole precise. Alcuni cambiano solo il numero, ma non il genere: inglese, francese, portoghese, libanese.

  • ingleseinglesi
  • libaneselibanesi
  • canadesecanadesi

Altri seguono le regole del genere:

  • tedesco / tedescatedeschi / tedesche
  • iracheno / irachenairacheni / irachene
  • spagnolo / spagnolaspagnoli / spagnole

GLI AGGETTIVI POSSESSIVI

Gli aggettivi possessivi in italiano concordano in genere e numero con il sostantivo che segue; solo ‘Loro’ è invariabile.

PronomiPossessivo SingolarePossessivo Plurale
Iomio, miamiei, mie
Tutuo, tuatuoi, tue
Lui, lei, Leisuo, suasuoi, sue
Noinostro, nostranostri, nostre
Voivostro, vostravostri, vostre
Loroloroloro

Esempi:

  • mio fratello, mia sorella, i miei fratelli, le mie sorelle
  • il tuo amico ceco, la tua amica ceca, i tuoi amici cechi, le tue amiche ceche
  • il nostro appartamento, la nostra casa, i nostri professori, le nostre professoresse
  • il vostro hotel, la vostra città, i vostri passaporti, le vostre valigie
  • il loro paese, la loro città, i loro libri, le loro case

Normalmente gli aggettivi possessivi sono preceduti dall’articolo determinativo.

  • La mia casa ha sette piani.

Inoltre l’articolo determinativo si usa sempre:

  • prima di ‘loro’: La loro casa è più grande della nostra.
  • quando il nome è seguito da un complemento: Lui è il mio fratello minore.

NOTA BENE: Non si usa l’articolo determinativo prima dei possessivi:

  • quando ci rivolgiamo direttamente a qualcuno: Mia cara, ti stai sbagliando!
  • con i nomi del parentado al singolare: Mia madre è molto giovane.
  • nelle esclamazioni: Mamma mia!

(Per ulteriori informazioni sui pronomi, vedi la sezione dedicata ai pronomi.)

GLI AVVERBI

Molti avverbi si costruiscono partendo direttamente dagli aggettivi. Si aggiunge ‘–mente’ al femminile dell’aggettivo adjetivo:

  • rapidarapidamente
  • precisaprecisamente
  • sicurasicuraramente

Se l’aggettivo non ha il femminile, si elimina la ‘–e’ e si aggiunge ‘–mente’ al singolare invariabile

  • facilefacilmente
  • regolareregolarmente
  • semplicesemplicemente
  • realerealmente

NOTA BENE: alcuni avverbi sono irregolari:

  • buonobene
  • cattivomale
  • leggeroleggermente
  • violento - violentemente

I COMPARATIVI E I SUPERLATIVI

COMPARATIVI

  1. Per confrontare due elementi diversi si aggiunge “più” o “meno” davanti all’aggettivo
  • Roma è più grande di Milano. -– Milano è meno grande di Roma.
  • La città è più inquinata della campagna. -– La campagna è meno inquinata della città.
  • Noi lavoriamo più di voi. –- Voi lavorate meno di noi.
  • Mio fratello è più ricco di me. –- Io sono meno ricco di mio fratello.

NOTA BENE:

“di” si utilizza:

  • davanti ai numeri: Voglio più di due figli.
  • con più/meno + aggettivo + di + sostantivo: La seta è più costosa del cotone.
  • con più/meno + aggettivo + di + pronome: Sono meno puntuale di te.

“Che” invece con due sostantivi, due aggettivi, due avverbi, o due infiniti:

  • C’erano più uomini che donne.
  • L’opera era più triste che interessante.
  • È più importante vivere che lavorare.
  1. Per dire che due cose sono uguali usiamo: ‘(tanto) ... quanto/come ...
  • Marco è (tanto) alto quanto/come Luigi.
  1. Tra nomi, pronomi e verbi all’infinito: ‘(tanto) ... quanto’, oppure ‘(così) ... come
  • Il lago è (tanto) riposante quanto la montagna.
  • Leggere è (così) stimolante come andare al cinema.
  • Rossana è (tanto) alta quanto me.

SUPERLATIVI

Più’ e ‘meno’ si usano anche per distinguere una persona o una cosa rispetto ad un determinato gruppo:

  • Patrizia è l’alunna più intelligente della classe.
  • L’Everest è la montagna più alta del mondo.

Per esprimere il grado più alto di una qualità, senza fare confronti, possiamo usare ‘molto + aggettivo’ o ‘-issimo’ / ‘-issima’ / ‘-issimi’ / ‘-issime

  • molto bellobellissimo
  • molto grandegrandissimo
  • molto altaaltissima
  • molto magrimagrissimi
  • molto carecarissime

Attenzione: se il nome termina in ‘-co’, o ‘-go’ si aggiunge una ‘-h-’ prima di ‘-issimo

  • Anticoantichissimo
  • Lungolunghissimo

Buono’, ‘cattivo’, ‘grande’, ‘piccolo’, ‘bene’ e ‘male’ sono irregolari:

  • più buono = migliore
  • più cattivo = peggiore
  • più grande = maggiore
  • più piccolo = minore

I NUMERALI

0zero11undici30trenta81ottantuno
1uno12dodici31trentuno90novanta
2due13tredici40quaranta91novantuno
3tre14quattordici41quarantuno100cento
4quattro15quindici50cinquanta101centouno
5cinque16sedici51cinquantuno1.000mille
6sei17diciassette60sessanta1.001milleuno
7sette18diciotto61sessantuno2.000duemila
8otto19diciannove70settanta1.000.000un milione
9nove20venti71settantuno1.000.000.000un miliardo
10dieci21ventuno80ottanta

NOTA BENE: nei numeri che finiscono in ‘–uno’ e ‘–otto’ cade la vocale finale delle decine: ‘trentuno’, ‘ventotto’.

I numeri ordinali sono:

1primoprimaprimiprime
2secondosecondasecondiseconde
3terzoterzaterziterze
4quartoquartaquartiquarte
5quintoquintaquintiquinte
6sestosestasestiseste
7settimosettimasettimisettime
8ottavoottavaottaviottave
9nonononanoninone
10decimodecimadecimidecime
11undicesimoundicesimaundicesimiundicesime
12dodicesimododicesimadodicesimidodicesime
13tredicesimotredicesimatredicesimitredicesime
20ventesimoventesimaventesimiventesime
21ventunesimoventunesimaventunesimiventunesime
22ventiduesimoventiduesimaventiduesimiventiduesime
23ventitreesimoventitreesimaventitreesimiventitreesime
100centesimo
1.000millesimo
1.000.000milionesimo

NOTA BENE: per indicare una quantità approssimativa, quando il numero è imprecisato, si usano:

  • una decina = circa dieci; Verrano a pranzo una decina di persone.
  • una dozzina = cica dodici; Compra una dozzina di uova.
  • una ventina, una trentina = circa venti, trenta; Ha invitato una ventina di compagni di scuola.
  • un centinaio, un migliaio = circa cento, mille; Al convegno verranno un centinaio di ospiti.

LA DATA

Per dire la data si usano i numerali cardinali:

“Quanti ne abbiamo oggi?”
“Oggi ne abbiamo 21”

Eccezione: il primo giorno del mese si indica con gli ordinali.

  • Il 1o maggio è la Festa del Lavoro.

Per riferirci ad una data precisa usiamo l’articolo ‘il’ e introduciamo il mese con la preposizione ‘di’, e l’anno con la preposizione ‘del’.

NOTA BENE: ‘di’ si può omettere,‘del’ no.

  • Sono nata il 25 (di) agosto del 1978

La data si può scrivere in diversi modi: Bergamo, 6/4/2008 = Bergamo, 6 aprile 2008.

L’ORA

Per chiedere l’ora diciamo: ‘Che ore sono?’, ‘Che ora è?’ Per rispondere usiamo il plurale: ‘sono le due e mezzo’, ‘sono le quattro e un quarto

Eccezione: usiamo il singolare solo con l’una:

  • è l’una meno cinque
  • è l’una e un quarto

Attenzione: con mezzogiorno e mezzanotte non si mette l’articolo e il verbo è singolare

  • È mezzanotte, vado a dormire.
  • È mezzogiorno, vado a preparare il pranzo.
  • 1.00 – È l’una / È l’una in punto
  • 1.05 – È l’una e cinque
  • 2.10 – Sono le due e dieci
  • 3.15 – Sono le tre e un quarto
  • 4.20 – Sono le quattro e venti
  • 5.25 – Sono le cinque e venticinque
  • 6.30 – Sono le sei e mezza
  • 7.35 – Sono le otto meno venticinque
  • 8.40 – Sono le nove meno venti
  • 9.45 – Sono le dieci meno un quarto
  • 10.50 – Sono le undici meno dieci
  • 11.55 – Sono le dodici meno cinque
  • 12.00 – Sono le dodici / Sono le dodici in punto

Per sapere quando accade qualcosa chiediamo: “A che ora...?” Per rispondere diciamo: “All’... / alle

Per indicare un momento della giornata usiamo la preposizione ‘di’, anche quando non si specifica l’ora:

  • Le tre di mattina (3:00)
  • Le cinque di pomeriggio (17:00)
  • Le dieci e mezza di sera (22:30)
  • Di sera
  • Di notte

I PRONOMI

PRONOMI PERSONALI SOGGETTO

Singolareio, tu, lui / lei / Lei
Pluralenoi, voi, loro

Le forme famigliari o informali per rivolgersi ad un’altra persona sono ‘tu’ al singolare, e ‘voi’ al plurale.

Le forme di cortesia o formali sono ‘Lei’ al singolare, e ‘Voi’ al plurale. Queste forme si usano con il verbo alla terza persona.

Il pronome soggetto di solito non si usa. La terminazione del verbo indica già la persona.

  • Dove vivi?Vivo a Taormina.

Il pronome soggetto si può usare per dare rilievo alla persona per evitare ambiguità.

  • Come vi chiamate?Io mi chiamo Alessandra e lei si chiama Cristina.
  • Che cosa studiate?Io studio odontoiatria e lei farmacia.

PRONOMI PERSONALI OGGETTO -- DIRETTO E INDIRETTO

Esistono due gruppi di pronomi personali con funzione di complemento: le forme toniche, o con accento proprio, e le forme atone, senza accento.

Pronome soggettoPronome complemento Forme toniche Complementi indirettiPronome complemento Forme atone Complementi diretti e indiretti
iomemi
tuteti
luilui, lo, gli, ne, si
leilei, la, le, ne, si
LeiLeLa
noinoici
voi, Voivoi, Voivi, Vi
loroloro, li, le, ne, si

Dopo le preposizioni si usano sempre le forme toniche dei pronomi personali.

  • C’è posta per te.
  • Il capo parla molto bene di te.
  • Posso venire al mare con te?

Complementi diretti. Esempi:

  • Chi è Vittorio?No lo so. Non lo conosco.
  • Chi è Maria?No lo so. No la conosco.
  • Chi sono Vittorio e Maria?No lo so. No li conosco.
  • Dove sono i miei libri? Non li trovo.
  • Dove sono le mie scarpe? Non le trovo.

Complementi indiretti. Esempi:

  • Mi dai un bacio?
  • Claudio ci telefonerà stasera.
  • Vi do il mio numero di telefono.
  • Le manderò una mail domani.
  • Ti ho chiamato ieri, ma non eri a casa.

La forma riflessiva della terza persona singolare e plurale è ‘’, spesso rafforzato con ‘stesso’ / ‘stessa’ / ‘stessi’ / ‘stesse’.

NOTA BENE: nella forma ‘se stesso’, non c’è l’accento su sé.

Esempio:

  • Pensa solo a se stesso e non si interessa agli altri.

POSIZIONE DEL PRONOME COMPLEMENTO DIRETTO O INDIRETTO

Le forme toniche hanno un loro accento, perciò non devono appoggiarsi al verbo vicino, le forme atone invece si devono appoggiare al verbo che le precede o le segue, perciò possiamo trovarle:

  1. dopo un infinito (o davanti a verbi come ‘potere’, ‘volere’ seguiti dall’infinito).

NOTA BENE: in questo caso l’infinito perde la vocale della coniugazione a cui

  • Non posso farlo. Non lo posso fare.
  • Il capo vuole vederti. Il capo ti vuole vedere.
  1. dopo un gerundio:
  • Parlandogli forse capirebbe.
  1. dopo un participio:
  • Silvia ha accettato il contratto di lavoro propostole.
  1. dopo un imperativo
  • Rispondimi!
  • Lasciami in pace, sto lavorando!
  1. Dopo la negazione e prima del verbo coniugato. Eccezione: ‘loro’ va sempre

prima della negazione.

  • Domani ci vedremo alle 15.00. Domani non ci vedremo alle 15.00.
  • Ti amo. Non ti amo.
  1. Davanti all’ausiliare nei tempi composti:
  • Dove sono i miei libri? -– Li ho messi sul tavolo.
  • Hai scritto a Tommaso? –- Sí, gli ho mandato una mail ieri.

PRONOMI PERSONALI DOPPI

Le forme toniche e le forme atone possono comparire anche in coppia:

  1. la i di ‘mi’ / ‘ti’ / ‘si’ / ‘ci’ / ‘vi’ si trasforma in ‘–e’, davanti ad un altro

pronome. Inoltre, quando in una frase abbiamo un pronome indiretto ed uno diretto insieme, va per primo il pronome indiretto.

  • Ti piace questo libro? Te lo regalo.
  • Ce lo diranno stasera.
  1. I pronomi doppi si scrivono tutti in due parole, tranne la terza persona, ‘glielo’.
  • Le piace questo maglione? Glielo regalo.
  • Devi restituire il libro a Renato. Gliel’ho già restituito, me l’aveva chiesto due settimane fa.

PRONOMI RIFLESSIVI

Alcuni verbi si usano con i pronomi reflessivi. A questi verbi bisogna togliere la ‘–e’ dell’infinito e aggiungere ‘–si’, per esempio: chiamarsi, alzarsi, sedersi, pettinarsi. La posizione del pronome riflessivo è la stessa dei pronomi personali atoni (vedere sopra).

NOTA BENE: nei tempi composti, i verbi riflessivi hanno sempre l’ausiliare ‘essere’ (per l’accordo del participio passato con il verbo‘essere’ vedi la sezione dedicata ai verbi, modo indicativo, tempo passato prossimo).

Esempio:

  • Si sono svegliati tardissimo.

I pronomi riflessivi sono:

SoggettoPronome riflessivo
iomi
tuti
lui, lei, Leisi
noici
voivi
lorosi

Esempi:

  • Mi chiamo Francesco.
  • Come ti chiami?
  • Come si chiama il tuo amico?
  • Dove possiamo sederci?
  • Dove ci possiamo sedere?
  • Non si è ancora alzata tua sorella?
  • Siediti!
  • Si sieda!
  • Non andartene!
  • Maria e Giuseppe si sposeranno a maggio.

PRONOMI POSSESSIVI

Quando si sa con precisione di che cosa stiamo parlando e non vogliamo ripetere il sostantivo, possiamo usare il pronome possessivo. I pronomi possessivi concordano in genere e numero con il sostantivo che sostituiscono, tranne “loro”.

  • (il) mio – (la) mia – (i) miei --(le) mie
  • (il) tuo – (la) tua – (i) tuoi – (le) tue
  • (il) suo – (la) sua – (i) suoi – (le) sue
  • (il) nostro – (la) nostra – (i) nostri – (le) nostre
  • (il) vostro – (la) vostra – (i) vostri – (le) vostre
  • (il) loro – (la) loro – (i) loro – (le) loro

Esempi:

  • Di chi è questa casa?È mia.
  • Mio padre è più ricco del tuo.
  • È vostro questo cane?Sí, è nostro.
  • Sono vostre queste cose?No, non sono nostre. Sono loro.

LA FORMA DI CORTESIA

Possiamo rivolgerci ad una persona in due forme diverse:

  • tu (seconda persona singolare) per le persone con cui si hanno rapporti di parentela o di amicizia.
  • Lei (terza persona singolare, maiuscola) per le persone con cui non si ha confidenza e in tutte le situazioni formali.

I pronomi per Lei sono ‘La’ / ‘Le’.

  • Signor Direttore, La prego di scusare l’interruzione, ma è urgente.

NOTA BENE: ‘Lei’ è una forma femminile, ma quando si riferisce ad un uomo, il genere non concorda. La forma di cortesia per rivolgersi a più persone, è il ‘voi’ (seconda persona plurale).

I DIMOSTRATIVI

Gli aggettivi e i pronomi dimostrativi concordano in genere e numero con il sostantivo. Servono per indicare che qualcosa è vicino o lontano da chi parla.

Vicino:

Maschile (davanti a consonante)questo, questi
Maschile (davanti a vocale)quest’
Femminile (davanti a consonante)questa, queste
Femminile (davanti a vocale)quest’

Esempi:

  • Questo bambino è mio figlio.
  • Quest’albero è molto alto.
  • Questi libri sono miei.
  • Questa stanza è molto bella.
  • Quest’albicocca è marcia.
  • Queste alunne sono nuove.

Lontano:

Maschile (davanti a consonante)quel, quei
Maschile (davanti a vocale)quell’, quegli
Maschile (davanti a s+consonante; z; ps; gn; xquello, quegli
Femminile (davanti a consonante)quella, quelle
Femminile (davanti a vocale)quell’, quelle

Esempi:

  • Quell’albero è molto alto.
  • Quello psicologo è un incompetente.
  • Quegli agenti di polizia l’avevano già arrestato.
  • Quelle cigliegie sono acerbe.
  • Quelle api producono moltissimo miele.

NOTA BENE: questa + sera/notte/mattina si abbrevia in sta: stasera, stanotte, stamattina.

Inoltre ‘questo’ e ‘quello’ si possono usare come pronomi dimostrativi invariabili e neutri:

Questo’ equivale a ‘questa cosa
Quello’ equivale a ‘quella cosa

Esempi:

  • Cos’è questo? – Questo è un telefono.
  • Questo non mi piace.
  • Questo è assolutamente impossibile.

>>ESSERE<< E >>STARE<<

Questi due verbi corrispondono al verbo:

  • to be’ in inglese
  • être’ in francese
  • sein’ in tedesco
  • a fi’ in rumeno

Le coniugazioni dell’indicativo presente sono:

ESSERESTARE
iosonosto
tuseistai
luièsta
leièsta
Leièsta
noisiamostiamo
voisietestate
lorosonostanno
Lorosonostanno

Il verbo ‘essere’ indica qualcosa di permanente: identità, professione, nazionalità, una caratteristica permanente.

Esempi:

  • Identità: Io sono Elena. Questa è la mia amica Beatrice.
  • Aspetto fisico: È molto alto.
  • Provenienza: Siete inglesi o irlandesi? –- Siamo americani.
  • Posizione: Bolzano è vicino a Trento.
  • Professione: I miei fratelli sono ingegneri.
  • Caratteristiche: Mio marito è cieco.
  • Materiale: Questo tavolo è di legno.
  • Forma: È rettangolare.
  • Colore: È verde.
  • Marca: È una FIAT.
  • Date, ore: Sono le cinque.

Il verbo ‘stare’ indica una situazione o uno stato temporanei.

Esempi:

  1. Posizione, con lo stesso significato del verbo ‘rimanere’:
  • Quando lavoro sto seduto tutto il giorno.
  • Stai qui! Non andare via.
  • Vieni a vedere la partita stasera o stai in casa?
  1. Stato fisico:
  • Come stai oggi? Sto molto meglio, grazie!
  • Shh, stà dormendo.
  • Ha mangiato un tiramisù scaduto e adesso sta male.

Per parlare dello stato d’animo di qualcuno si usa il verbo ‘essere’.

Esempi:

  • Sono molto triste.
  • Sono felicissima!
  • Sono stanco.

NOTA BENE: ‘stare’ si usa anche con per e l’infinito, con il significato di essere ‘sul punto di’: Sto per arrabbiarmi...Sparecchia la tavola! Il film sta per finire.

LE FRASI INTERROGATIVE

Le domande a cui si può rispondere semplicemente con un ‘sì’ o ‘no’, non hanno una struttura precisa. Per distinguerle dalle affermative l’intonazione diventa ascendente nella parte finale della frase.

Esempi:

  • Venite?
  • Usciamo a cena per il tuo compleanno?

È possibile fare una domanda invertendo soggetto e verbo. Entrambe le versioni hanno lo stesso significato:

  • È arrivato il capo?
  • Il capo è arrivato?

Gli interrogativi introducono una domanda, pertanto stanno all’inizio della frase.

CHE (what)Che cosa hai fatto questo fine settimana?

La parola ‘cosa’ nelle domande perde il suo significato e si usa come il pronome ‘che’. Che (cosa) fai domani? = Cosa fai domani? Serve per dare un tono meno impertinente alla domanda. Davanti ai verbi essere e avere si usa la forma contratta cos’: Che cos’hai detto?

CHI (who)Chi è venuto a trovarti?
COME (how)Come stai?
DOVE (where)Dove vai? Vado dove mi pare.
QUANTO maschile singolare (how much)Quanto tempo vi fermate qui?
QUANTI maschile plurale (how many)Quanti figli hai?
QUANTA femminile singolare (how much)Quanta frutta mangi alla settimana?
QUANTE femminile plurale (how many)Quante figlie hai?
QUANDO (when)Quando sei andato al mare l’ultima volta?
PERCHÉ (why)Perché non mi hai chiamato ieri sera?

Nel linguaggio orale spesso ‘perché’ viene sostituito da ‘come mai’: Perché non me l’hai detto? = Come mai non me l’hai detto?

QUALE (which)Qual è il tuo cappotto?
QUALI maschile e femminile plurale (which)Quali sono le tue scarpe? Quali sono i tuoi programmi preferiti?

I VERBI

I verbi vengono classificati in tre coniugazioni, in base alla loro terminazione:

  1. Verbi che terminano in ‘–are
  • Esempio: studiare, parlare, giocare, lavorare, cantare
  1. Verbi che terminano in ‘–ere
  • Esempio: chiedere, correre, vedere, vivere, scrivere
  1. Verbi che terminano in ‘–ire
  • Esempio gruppo A: partire, coprire, aprire, sentire, dormire
  • Esempio gruppo B: capire, costruire, preferire, spedire, pulire

(Vedi il secondo modello nelle particolarità della terza coniugazione)

Per coniugare un verbo, bisogna sostituire la terminazione dell’infinito (‘-are’, ‘-ere’, ‘-ire’) con le terminazioni dei vari tempi e persone. In italiano i pronomi soggetto non sono sempre obbligatori, perché dalla terminazione del verbo si intuisce la persona. Esistono dei verbi regolari e irregolari.

I verbi con la forma riflessiva aggiungono il pronome ‘–si’ all’infinito senza vocale.

Esempio:
  • pettinarepettinarsi

* muoveremuoversi * vestirevestirsi.

INDICATIVO PRESENTE

Io+ostudio, parlo, lavoro
Tu+istudi, parli, lavori
Lui/lei/Lei+astudia, parla, lavora
Noi+iamostudiamo, parliamo, lavoriamo
Voi+atestudiate, parlate, lavorate
Loro+anostudiano, parlano, lavorano
Io+ochiedo, scrivo, vedo
Tu+ichiedi, scrivi, vedi
Lui/lei/Lei+echiede, scrive, vede
Noi+iamochiediamo, scriviamo, vediamo
Voi+etechiedete, scrivete, vedete
Loro+onochiedono, scrivono, vedono

VERBI REGOLARI -IRE

Io+oapro, parto, dormo
Tu+iapri, parti, dormi
Lui/lei/Lei+eapre, parte, dorme
Noi+iamoapriamo, partiamo, dormiamo
Voi+iteaprite, partite, dormite
Loro+onoaprono, partono, dormono

Con “Io, tu, lui/lei/Lei” e “loro” l’accento tonico cade sempre sulla radice, mentre con “noi” e “voi” l’accento cade sulla desinenza.

Particolarità della prima coniugazione:

a)i verbi terminanti in ‘–care’ (cascare) e ‘–gare’ (litigare) prendono una “h” davanti alle desinenze “e, i”.

  • Indicativo Presente: io casco, tu caschi etc; io litigo, tu litighi etc.
  • Indicativo Futuro: io cascherò, tu cascherai etc; io litigherò, tu litigherai etc.

b)i verbi terminanti in ‘–ciare’ (lanciare) e ‘–giare’ (arrangiare) perdono la “i” finale davanti alle desinenze “e, i”.

  • Indicativo Presente: io lancio, tu lanci etc;
  • Indicativo Futuro: io lancerò, tu lancerai etc.

Particolarità della seconda coniugazione:

  1. i verbi terminanti in ‘–gnere’ possono perdere o mantenere la ‘–i’ di alcune

desinenze dell’indicativo (noi) e del congiuntivo (voi).

  • Indicativo Presente: noi spegniamo = noi spegnamo
  • Congiuntivo Presente: voi spegniate = voi spegnate
  1. Al passato remoto le forme ‘–ei’, ‘’, ‘-erono’, vengono spesso sostituite dalle

forme ‘–etti’, ‘-ette’, ‘–erono’.

  • Io: temei=temetti
  • Tu: temesti
  • Lui/lei/Lei: temè=temette
  • Noi: tememmo
  • Voi: temeste
  • Loro: temerono=temettero

Particolarità della terza coniugazione:

La maggior parte dei verbi al presente indicativo e al congiuntivo presente con le persone “Io, tu, lui/lei/Lei” e “loro”, e all’imperativo le persone “tu, lui/lei/Lei” e “loro”, inseriscono il gruppo di lettere ‘–isc-’.

Esempio:

INDICATIVO PRESENTECONGIUNTIVO PRESENTE
Iofiniscoche io finisca
Tufinisciche tu finisca
Lui/lei/Leifinisceche lui/lei/Lei finisca
Noifiniamoche noi finiamo
Voifiniteche voi finiate
Lorofinisconoche loro finiscano

IMPERATIVO: finisci tu! finisca lui/lei/Lei! finiamo noi! finite voi! finiscano loro!

VERBI IRREGOLARI

  1. Verbi irregolari più comuni nella prima coniugazione:
ANDARESTAREFARE
IoVadoStoFaccio
TuVaiStaiFai
Lei, lei, luiVaStaFa
NoiAndiamoStiamoFacciamo
VoiAndateStateFate
LoroVannoStannoFanno
  1. Verbi irregolari più comuni nella seconda coniugazione:
POTEREVOLEREDOVERESAPEREPIACEREBERE
IoPossoVoglioDevoSoPiaccioBevo
TuPuoiVuoiDeviSaiPiaciBevi
Lei, lei, luiPuòVuoleDeveSaPiaceBeve
NoiPossiamoVogliamoDobbiamoSappiamoPiaciamoBeviamo
VoiPoteteVoleteDoveteSapetePiaceteBevete
LoroPossonoVoglionoDevonoSannoPiaccionoBevono
  1. Verbi irregolari più comuni nella terza coniugazione:
DIREUSCIRE
IoDicoEsco
TuDiciEsci
Lei, lei, luiDiceEsce
NoiDiciamoUsciamo
VoiDiteUscite
LoroDiconoEscono

I verbi tenere, porre, trarre, venire, rimanere, salire, valere prendono una ‘–g-’ alle persone “Io” e “loro”:

TENEREPORRETRARREVENIRE
IoTengoPongoTraggoVengo
TuTieniPoniTraiVieni
Lei, lei, luiTienePoneTraeViene
NoiTeniamoPoniamoTraiamoVeniamo
VoiTenetePoneteTraeteVenite
LoroTengonoPongonoTraggonoVengono

USO DELL’INDICATIVO PRESENTE

Usiamo l’Indicativo Presente per azioni che si svolgono abitualmente nel presente o in un determinato momento. Inoltre si usa anche per parlare del futuro, quando si tratta di qualcosa di certo.

Esempi:

  • Viviamo a Torino ma lavoriamo a Milano.
  • Martedì prossimo non vengo a lezione. Vado a Napoli.
  • La prossima settimana parto per le vacanze.

PRESENTE ATTUALE (STARE + GERUNDIO)

Per azioni che accadono nel momento stesso in cui si parla possiamo usare l’indicativo presente del verbo ‘stare’ + gerundio. Il gerundio si forma aggiungendo ai verbi la terminazione ‘–ando’ (verbi in ‘–are’) o ‘-endo’ (verbi in ‘–ere’, ‘-ire’).

Esempi:

  • Adesso sto mangiando, ti richiamo più tardi.
  • Che cosa stai facendo? – Niente di particolare, sto guardando un film.

PASSATO PROSSIMO

Si forma in genere con l’Indicativo Presente del verbo ‘avere’ e il participio del verbo principale. In alcuni casi si usa l’Indicativo Presente del verbo ‘essere’.

Indicativo Presente del verbo ‘avere’:

io ho – tu hai – lui/lei/Lei ha
noi abbiamo – voi avete – loro hanno

Indicativo Presente del verbo ‘essere’:

io sono – tu sei – lui/lei/Lei è
noi siamo – voi siete – loro sono

Il participio si forma con la terminazione ‘–ato’ (verbi in ‘–are’), ‘–uto’ (verbi in ‘–ere’), ‘-ito’ (verbi in ‘-ire’).

Esempi:

  • mangiare – mangiato
  • bere – bevuto
  • dormire – dormito

Alcuni verbi hanno un participio passato irregolare:

Esempi:

  • accendere – acceso
  • aprire – aperto
  • bere – bevuto
  • chiedere – chiesto
  • chiudere – chiuso
  • correggere – corretto
  • correre – corso
  • cuocere – cotto
  • decidere – deciso
  • dire – detto
  • dividere – diviso
  • essere – stato
  • fare – fatto
  • leggere – letto
  • mettere – messo
  • morire – morto
  • muovere – mosso
  • nascere – nato
  • nascondere – nascosto
  • offrire – offerto
  • perdere – perso
  • piacere – piaciuto
  • piangere – pianto
  • porre – posto
  • prendere – preso
  • ridere – riso
  • rimanere – rimasto
  • risolvere – risolto
  • rispondere – risposto
  • rompere – rotto
  • scegliere – scelto
  • scrivere – scritto
  • succedere – successo
  • togliere – tolto
  • tradurre – tradotto
  • uccidere – ucciso
  • vedere – visto (veduto)
  • venire – venuto
  • vincere – vinto
Si usa il verbo ‘essere’ per formare il Passato Prossimo:
  1. con i verbi intransitivi, cioè che non hanno il complemento oggetto.
  • Ieri sera siamo riusciti a vedere tutto il film.
  1. con i verbi di
  • stato: stare rimanere ...
  • moto: andare, venire, tornare ...
  • cambiamento di stato: diventare, nascere, morire ...
  1. con i verbi riflessivi:
  • Mi sono alzato.
  • Si sono vestiti in fretta e sono scappati.
  1. Con i seguenti verbi comuni: bastare, piacere, sembrare, accadere, parere,

succedere, costare, mancare, dipendere, dispiacere, toccare, occorrere.

  • Sono bastati dieci minuti per tornare a casa.
  • Queste scarpe mi sono costate un occhio della testa!

NOTA BENE: con il verbo ‘essere’ il participio concorda con il soggetto in genere e numero, mentre con il verbo ‘avere’ no.

Esempi:

  • Siamo tornati dalle vacanze da poco e non abbiamo voglia di lavorare.
  • Gloria ha ordinato un gelato enorme.

Eccezione: Il verbo ‘avere’ concorda sempre con i pronomi ‘lo’, ‘la’, ‘l’’, ‘li’, ‘le’.

Esempi:

  • È da tanto tempo che non vedi Silvia e Daniela?
  • No, perché? Le ho viste ieri.

Utilizziamo il Passato Prossimo per azioni appena terminate, cioè di poco anteriori, o che hanno ancora qualche relazione con il presente.

Esempi:

  • Ieri sera ho mangiato troppo e non sono riuscito a dormire tutta la notte!
  • Hai finito di fare i compiti?
  • Che cosa hai mangiato oggi?
  • Sei mai stato in Spagna?
  • Hai già pagato la bolletta del telefono?

NOTA BENE: il Passato Prossimo si usa soprattutto nell’italiano orale dell’Italia del Nord, dove indica qualsiasi azione passata, sostituendo il passato remoto, che si usa quasi solo nella lingua scritta. Nell’Italia del Sud si usa invece il Passato Remoto, anche per azioni appena concluse.

PASSATO REMOTO

Le terminazioni regolari sono:

Verbi in –areVerbi in –ereVerbi in –ire (gruppo a)Verbi in –ire (gruppo b)
Ioparlaivendei/vendettisentiifinii
Tuparlastivendestisentistifinisti
Lei, lei, luiparlòvendé/vendettesentífiní
Noiparlammovendemmosentimmofinimmo
Voiparlastevendestesentistefiniste
Loroparlaronovenderono/vendetterosentironofinirono

I verbi ‘essere’ e ‘avere’ sono irregolari al Passato Remoto:

ESSEREAVERE
Iofuiebbi
Tufostiavesti
Lei, lei, luifuebbe
Noifummoavemmo
Voifosteaveste
Lorofuronoebbero

NOTA BENE: le forme irregolari riguardano, in genere, solo le persone io, lui/lei, loro, mentre le altre persone mantengono la radice dell’infinito.

Esempio:

  • ROMPERE: Io ruppi – Tu rompesti – Lei, lei, lui ruppe – Noi rompemmo – Voi rompeste – Loro ruppero

Verbi irregolari più comuni:

  • bere: bevvi
  • cadere: caddi
  • chiedere: chiesi
  • conoscere: conobbi
  • correre: corsi
  • dare: diedi
  • decidere: decisi
  • fare: feci
  • mettere: misi
  • nascere: nacqui
  • perdere: persi
  • prendere: presi
  • rendere: resi
  • rispondere: risposi
  • rompere: ruppi
  • sapere: seppi
  • scrivere: scrissi
  • spegnere: spensi
  • stare: stetti
  • tenere: tenni
  • vedere: vidi
  • venire: venni
  • vivere: vissi
  • volere: volli

Il Passato Remoto si usa per indicare un’azione conclusa nel passato, che non continua nel presente.

Esempi:

  • Alla fine degli anni sessanta l’uomo mise piede sulla luna.
  • Quando scoprì l’America Cristoforo Colombo? Nel 1492, quando fece il suo primo viaggio.

IMPERFETTO

Verbi in -areVerbi in -ereVerbi in -ire
Iostudiavobevevopartivo
Tustudiavibevevipartivi
Lei, lei, luistudiavabevevapartiva
Noistudiavamobevevamopartivamo
Voistudiavatebevevatepartivate
Lorostudiavanobevevanopartivano

L’imperfetto del verbo ‘essere’ è irregolare:

ESSERE
Io ero
Tu eri
Lei, lei, lui era
Noi eravamo
Voi eravate
Loro erano

L’Imperfetto si usa:

  1. Per esprimere azioni contemporanee, mentre si stanno svolgendo, o un’azione

in svolgimento che è interrotta da un’altra.

  • Mentre la nonna guardava la televisione, il nonno leggeva il giornale.
  • Mentre facevo la doccia è squillato il telefono.
  1. Per esprimere azioni abituali o ripetute nel passato.
  • Da piccola andavo spesso al cinema con mio padre.

FUTURO

I verbi regolari della prima coniugazione al Futuro Semplice trasformano la ‘–a’ dell’infinito ‘-are’ in ‘–e’.

CANTARECREDERESENTIREFINIRE
Iocanteròcrederòsentiròfinirò
Tucanteraicrederaisentiraifinirai
Lei, lei, luicanteràcrederàsentiràfinirà
Noicanteremocrederemosentiremofiniremo
Voicanteretecrederetesentiretefinirete
Lorocanterannocrederannosentirannofiniranno

NOTA BENE: la prima e la terza persona singolare hanno sempre l’accento grafico.

ESSEREAVERE
Iosaròavrò
Tusaraiavrai
Lei, lei, luisaràavrà
Noisaremoavremo
Voisareteavrete
Lorosarannoavranno

I verbi irregolari al futuro possono:

  • perdere la vocale dell’infinito: andare > andrò; dovere > dovrò; potere > potrò; sapere > saprò; vivere > vivrò
  • perdere la vocale dell’infinito e trasformare la ‘l’o la ‘n’ della radice in ‘rr’: rimanere > rimarrò; tenere > terrò; venire > verrò; volere > vorrò. NOTA BENE: bere > berrò
  • mantenere la ‘a’ dell’infinito: dare > darò; fare > farò; stare > starò

NOTA BENE: ai verbi che terminano in ‘-care’ / ‘-gare’, si aggiunge una ‘-h-’ prima della ‘–e’.

  • cercare – cercherò
  • spiegare – spiegherò

I verbi che terminano in ‘-ciare’ / ‘-giare’ perdono la ‘-i-’.

  • Annunciare – annuncerò
  • mangiare – mangerò

Il Futuro Semplice si usa:

  1. Per indicare azioni future rispetto al presente.
  • Fra due settimane tornerò a casa.
  1. Per esprimere un’incertezza, un dubbio rispetto al presente.
  • Che cosa penseranno di me i tuoi genitori?
  1. Per esprimere una supposizione.
  • Sarai stanco, vai a letto!

NOTA BENE: spesso il Futuro Semplice è sostituito dall’Indicativo Presente, pur mantenendo il suo valore di futuro.

  • Quest’estate vado in vacanza in Turchia.

CONDIZIONALE

Il Condizionale Semplice si forma come il Futuro Semplice, cioè aggiungendo le terminazioni del condizionale alla radice dell’Infinito del verbo. Le terminazioni trasformano la ‘–a’ dell’Infinito ‘-are’ in ‘–e’.

CANTARECREDERESENTIREFINIRE
Iocantereicredereisentireifinirei
Tucanteresticrederestisentirestifiniresti
Lei, lei, luicanterebbecrederebbesentirebbefinirebbe
Noicanteremmocrederemmosentiremmofiniremmo
Voicanterestecrederestesentirestefinireste
Lorocanterebberocrederebberosentirebberofinirebbero

Presentano le stesse irregolarità del Futuro: ‘andr-’, ‘rimarr-’, ‘berr-’; ‘dar-’.

  • Potremmo comprare una macchina nuova.

Il Condizionale si usa anche:

  1. per esprimere una richiesta o un desiderio in modo più gentile, cortese
  • Mi daresti il numero di tua sorella, per favore?
  • Vorrei tanto andare al mare!
  1. per esprimere un dubbio.
  • Non so se Giovanni verrebbe a cena da noi stasera, è tardi per avvisarlo.
  1. per riportare una notizia non confermata
  • Il Primo Ministro inglese arriverebbe in Italia il mese prossimo.
  1. per esprimere azioni ipotetiche con ‘se’ e Congiuntivo Imperfetto o

Trapassato

  • Andrò in vacanza a Riccione se avrò abbastanza soldi.
  • Ora non avrei più la febbre se avessi preso qualche antibiotico.
  • Se avessi abbastanza soldi, andrei in vacanza alle Maldive.
  • Se avessi avuto abbastanza soldi, sarei andato in vacanza alle Maldive.
  • Se avessi preso qualche antibiotico, ora non avrei più la febbre.
  1. per chiedere qualcosa molto cortesemente con la costruzione: Potrei/vorrei +

Infinito

  • Potrei avere un kilo di pane, per favore?
  • Potresti dirmi che ore sono, per favore?
  • Vorrei un’acqua tonica con ghiaccio e limone, grazie.

LA FORMA PASSIVA

La forma passiva si forma con l’ausiliare ‘essere’ (nei vari tempi possibili) e il participio passato. La preposizione ‘da’ introduce sempre la persona che compie l’azione, con cui concorda in genere e in numero (da + articolo determinativo).

  • Riccardo Borsellino è stato condannato dal giudice a tre anni di carcere per rapina a mano armata.
  • Parma fu fondata dai Romani.
  • Oggi l’inglese è studiato nella maggior parte dei paesi.

NOTA BENE: si può costruire anche con il verbo ‘venire’(nei vari tempi possibili) e il participio passato, con lo stesso significato di ‘essere’.

  • Oggi l’inglese viene studiato nella maggior parte dei paesi.

La forma passiva con il verbo ‘andare’(nei vari tempi possibili) e il participio passato, in genere ha il significato di ‘dovere’.

  • L’ultimo film di Bernardo Bertolucci va visto (= deve essere visto) appena

esce; dicono che sia un capolavoro.<<

  • Il divieto di fumare andrebbe esteso (= dovrebbe essere esteso) a tutti i locali pubblici anche all’estero.

Il passivo si forma solo con i verbi transitivi, cioè che hanno un complemento diretto (complemento oggetto).

  • Il bambino è stato morso da un cane.

Inoltre è possibile sostituire il passivo con ‘essere’, ‘venire’ e ‘andare’ con il ‘si’ passivante + la forma attiva del verbo. Il verbo concorda con il nome a cui si riferisce.

  • A Firenze si insegna l’italiano a stranieri in molte scuole.
  • Sulle Alpi si trovano molti funghi.
  • In Italia si spendono molti soldi per costruire nuove autostrade.

NOTA BENE: nei tempi composti l’ausiliare é sempre ‘essere’ e il participio passato concorda in genere e numero con il nome a cui si riferisce.

  • Si sono viste cose molto interessanti all’ultimo Festival di Venezia.

NOTA BENE: quando abbiamo il ‘si’ impersonale + verbi riflessivi, la particella ‘si’ del riflessivo diventa ‘ci’.

  • In vacanza ci si alza sempre tardi.

CONGIUNTIVO PRESENTE

(= subjunctive in other languages)

Per costruire il Congiuntivo Presente dei verbi regolari si utilizzano le vocali distintive di ogni gruppo.

Infinito ‘–are’: Congiuntivo Presente ‘–i
Infinito ‘–ere’ / ‘-ire’: Congiuntivo Presente ‘-a

PARLARE Verbi in –areBERE/DORMIRE Verbi in –ere e -ire
Ioparlivivadorma
Tuparlivivadorma
Lei, lei, luiparlivivadorma
Noiparliamoviviamodormiamo
Voiparliateviviatedormiate
Loroparlinovivanodormano

I Verbi con la prima persona irregolare nell’Indicativo Presente formano tutto il Congiuntivo Presente con la stessa irregolarità.

Prima coniugazione:
ANDAREDAREFARESTARE
Iovadadiafacciastia
Tuvadadiafacciastia
Lei, lei, luivadadiafacciastia
Noiandiamodiamofacciamostiamo
Voiandiatediatefacciatestiate
Lorovadanodianofaccianostiano

Seconda coniugazione:

BEREDOVEREPIACEREPOTERESAPEREVOLERE
Iobevadebbapiacciapossasappiavoglia
Tubevadebbapiacciapossasappiavoglia
Lei, lei, luibevadebbapiacciapossasappiavoglia
Noibeviamodobbiamopiacciamopossiamosappiamovogliamo
Voibeviatedobbiatepiacciatepossiatesappiatevogliate
Lorobevanodebbanopiaccianopossanosappianovogliano

Terza coniugazione:

DIREUSCIRE
Iodicaesca
Tudicaesca
Lei, lei, luidicaesca
Noidiciamousciamo
Voidiciateusciate
Lorodicanoescano

I verbi irregolari più comuni con cui si formano i composti:

TENEREPORRETRARREVENIRE
Iotengapongatraggavenga
Tutengapongatraggavenga
Lei, lei, luitengapongatraggavenga
Noiteniamoponiamotraiamoveniamo
Voiteniateponiatetraiateveniate
Lorotenganoponganotragganovengano
Essere’ e ‘avere’ hanno irregolarità proprie:
ESSEREsia – sia – sia – siamo – siate – siano
AVEREabbia – abbia – abbia – abbiamo – abbiate – abbiano

IMPERATIVO

IMPERATIVO POSITIVO

Con l’Imperativo positivo si usano generalmente tre persone.

  • Prendi! (Tu)
  • Prendiamo! (Noi)
  • Prendete! (Voi)

L’Imperativo positivo si costruisce con l’indicativo presente, tranne la seconda persona singolare dei verbi di prima coniugazione, a cui si aggiunge una ‘-a’.

INDICATIVO PRESENTETu mangi.
IMPERATIVO POSITIVOMangia! (Tu)

Invece per l’imperativo positivo della forma di cortesia Lei/Loro si usa la terza persona singolare e plurale del congiuntivo presente, ma sono forme poco usate.

Esempi:

  • (Lei) Lavori! Altrimenti dovremo licenziarla.
  • Si accomodi pure signora, l’avvocato arriverà tra poco.<<

Verbi irregolari:

AVEREAbbi!Abbiamo!Abbiate!
ANDAREVa!Andiamo!Andate!
DIREDi’!Diciamo!Dite!
SAPERESappi!Sappiamo!Sappiate!
ESSERESii!Siamo!Siate!
DAREDa!Diamo!Date!
FAREFa!Facciamo!Fate!
STARESta’!Stiamo!State!

I pronomi atoni, insieme a “ne” e “ci”, si aggiungono alla seconda persona singolare e alla prima e seconda persona plurale del verbo.

Esempi:

  • Ricordiamoci di chiudere la porta a chiave.
  • Passami l’acqua, per favore!
  • Parlagliene tu per primo!

Con la forma di cortesia (Lei/Loro) vanno prima del verbo.

Esempi:

  • Lo guardi attentamente e mi dica se lo riconosce.

NOTA BENE: quando i pronomi atoni, insieme a “ne” e “ci” seguono la seconda persona singolare di alcuni verbi irregolari è necessario raddoppiare la consonante del pronome.

Esempi:

  • ANDARE + CIVACCI: Vacci piano con quel vino! (= non berne troppo)
  • DARE + LEDALLE: Dalle una mano a sollevare la valigia! (= aiutala)
  • FARE + MIFAMMI: Fammi un favore e spegni la luce!
  • STARE + CISTACCI: Stacci attento, è uno sport pericoloso! (= fai attenzione)
  • DIRE + MIDIMMI: Dimmi come ti chiami, non fare il capriccioso!

Eccezione: con “gli” non si raddoppia la “g”.

  • Dagli il mio numero di telefono e digli di chiamarmi al più presto!

IMPERATIVO NEGATIVO

L’imperativo negativo si forma mettendo un “non” davanti all’imperativo positivo, ma il modo dei verbi cambia in base alle persone:

La seconda persona singolare si forma con “non” davanti all’infinito:

  • Non prendere le pastiglie prima dei pasti!
  • Non parlarmi adesso, devo risolvere questo problema.

La seconda persona plurale si forma con l’indicativo presente:

  • Non prendete le pastiglie prima dei pasti!

La terza persona singolare e plurale si forma con il congiuntivo presente:

  • (Lui/Lei) Non prenda le pastiglie prima dei pasti!
  • (Loro) Non prendano le pastiglie prima dei pasti!

Con l’imperativo negativo i pronomi possono andare prima o dopo il verbo, tranne la seconda persona singolare (infinito + pronomi).

  • Non ditelo a mia madre!/ Non lo dite a mia madre!

Osservazioni speciali

BISOGNA + Infinito

Usiamo bisogna + Infinito per esprimere, in modo impersonale, l’obbligo o la necessità di fare qualcosa. Questo è lo stesso come: È NECESSARIO + INFINITO.

Prima bisogna pelare le patate e poi bisogna friggerle. Prima è necessario pelare le patate e poi è necessario friggerle.

>>CI<< e >>NE<<

CI’ può avere diversi significati. A seconda del contesto in cui è inserito può:

  1. indicare un luogo con il significato di qui, lì.
  • Sei mai stato a Roma? Sì, ci sono stato due anni fa.
  1. indicare un argomento, con i verbi che reggono le preposizioni

“a...”, “su...” con il significato di “a questo, a ciò”; su questo, su ciò”; “a lui/lei/loro”, “su lui/lei/loro”.

  • Hai pensato al regalo per Roberta? Sì, ci ho pensato, ma non mi è venuto in mente niente.
  • Posso contare sulla tua presenza al congresso? Sì, ci puoi contare.

NE sostituisce un complemento o una frase intera, introdotta da “di” o “da”, con il significato di:

  1. di questo, di ciò:

    • Ti ricordi di Elsa? Sì, me ne ricordo bene.
  2. da questo, da ciò; da lui/lei/loro, di lui/lei/loro:

    • Chi mi aveva detto che tornerai presto in Italia? Ah, sì, me ne ha parlato Marta.
  3. da questo luogo:

    • Sono stato a Chieti. Ne sono appena tornato.

Nei tempi composti il participio concorda con il nome sostituito da ne.

  • Quanti libri hai letto quest’estate? Ne ho letti cinque.
  • Quanti turisti arriveranno quest’estate in Italia? Non si sa, ma finora ne sono arrivati due milioni.

Ma il participio non concorda con il complemento introdotto da “di”.

  • Avete parlato di affari a cena? No, non ne abbiamo parlato.

Ne si usa anche per indicare la parte di una quantità, un gruppo, un insieme e sostituisce un nome.

  • Quante sigarette fumi al giorno? Non molte, ne fumo solo quindici.
  • Quanti film di Fellini hai visto? Non ne ho visto nessuno.

Ne si usa anche in espressioni fisse quali:

  • Non ne posso più, sono stanchissimo.
  • Ciao. Me ne vado.

>>C’È<< e >>CI SONO<<

Si usano per indicare l’esistenza, la presenza di qualcuno o di qualcosa.

FORMA AFFERMATIVA SINGOLARE: CI + È = C’È.

  • Sul tetto c’è un gatto.

FORMA AFFERMATIVA PLURALE: CI SONO.

  • Sul tetto ci sono due gatti.
Versione 2.0 (2011-12-07 01:26 CET)